E' opportuno che la persona con diagnosi di sindrome di Klinefelter segua una terapia sostitutiva che gli permetta di riequilibrare i livelli di testosterone e svolga dei controlli medici periodici fin da bambino seguendo le direttive dell'endocrinologo o del medico di fiducia, conoscitore della sindrome, affinché si possano prevenire eventuali effetti secondari sulla salute che possono essere serenamente evitati (sindrome metabolica, obesità, problemi cardiocircolatori, ed altri)e tutelare il suo benessere nel presente e nel futuro.
Il bambino, poi ragazzo e adulto, potrà instaurare un clima di "confidenza" con l'equipe di medici che lo seguirà ma questo rapporto frequente con l'ambiente medico ed i suoi professionisti potrebbe in taluni casi generare paure, ansie, preoccupazioni, vissuti di inadeguatezza, sentimenti di vergogna e vissuti come il sentirsi "una cavia" o un "corpo malato e danneggiato" minando profondamente l'autostima e l'amore di sé.
Per questo motivo appare fondamentale rivolgersi a medici competenti ma anche capaci di una vicinanza empatica ed umana alla persona.
In età infantile e adolescenziale, inoltre, il genitore può e dovrebbe aiutare il bambino o il ragazzo nell'affrontare queste esperienze rendendolo consapevole di ciò che gli sta accadendo.
Come? Parlandogli apertamente nel modo più comprensibile per lui (ciò varia soprattutto in base all'età), chiedendogli come si sente emotivamente, mostrandogli vicinanza empatica, coccolandolo e gratificandolo con ciò che più gli piace in modo da alleggerire il vissuto di paura o ansia che può eventualmente provare.
Rivolgersi a professionisti che sanno accogliere la persona anche da un punto di vista emotivo, ascoltandola e sostenendola nella risoluzione dei suoi dubbi e delle sue paure, è molto importante affinché si possa instaurare un rapporto di fiducia e serenità che agevola tutto il processo terapeutico, condizionandone il suo esito. Non bisogna mai dimenticare che prima di essere medici e pazienti siamo innanzitutto Persone, ognuno con un mondo interiore ricco di emozioni che non devono mai essere sottovalutate.
Chiaramente può accadere che nonostante i migliori presupposti (medici empatici, genitori presenti e vicini) la persona possa vivere il rapporto con l'ambiente medico in maniera conflittuale, negativa, difensiva. In tal caso è opportuno comprendere mediante l'aiuto di uno psicologo perché ciò accade, quali vissuti il bambino/ragazzo/adulto porta con sé e come si potrebbero affrontare ed elaborare.
